In un periodo di sofferenza globale è sempre bene ricordare ed evidenziare le radici di una comunità. Quella che stiamo vivendo in questi giorni, l’emergenza pandemica da Covid-19, è sicuramente un evento che ricorderemo per molto tempo e che ci costringe a vivere una vita che non è propriamente la nostra: una vita chiusi in casa, una vita dove viene abolito ogni contatto sociale. Ma dalle criticità di questa situazione si possono cogliere quelle sfumature di vita che molto spesso, prima dell’emergenza, davamo per scontate. Quest’emergenza ci ha fatto riscoprire la nostra natura più intima, quella di esseri umani, di esseri, per natura, sociali e comunitari. Quanto ci manca poter abbracciare i propri cari, quanto ci manca poter guardarsi direttamente negli occhi, quanto ci manca poter sentire il profumo delle strade che ci hanno cresciuti ed accuditi. E’ ancora più difficile affrontare la situazione in un periodo come quello della Santa Pasqua, una di quelle festività che ancora ci ricordano l’importanza e la ricchezza dello stare insieme. Non possiamo riunirci nelle chiese, non possiamo riunirci per strada, non possiamo dimostrare, insieme agli altri, la nostra voglia di rinascere, di rifarci persone migliori. E allora, proprio in queste situazioni critiche, sentiamo l’importanza e la necessità di tornare a vivere i nostri territori, di tornare a calpestare i nostri suoli, di ricordare chi siamo e da dove veniamo. In un mondo globalizzato dove tutto è di tutti, dove ogni uomo è cittadino del mondo, dove ogni legame è spezzato, è bene fermarsi un secondo a pensare e a guardarsi indietro. E’ bene ricordare che noi di casa ne abbiamo una sola, la nostra vera dimora è quell’insieme di tradizioni e cultura in cui siamo nati e in cui siamo cresciuti. E allora nasce l’esigenza di ritornare a guardare con occhi di stupore e positiva malinconia quella nostra dimensione locale che il tempo e gli anni ci hanno fatto dimenticare. E’ bene immergersi nei ricordi, nei racconti dei propri genitori e dei propri nonni, perché dopo questa pandemia non ci basta più sopravvivere in una globalità fredda, ma avremo voglia di tornare a vivere, nel calore della nostra tradizione. Proprio da questa esigenza il mondo dell’Io tornerà ad essere il mondo del Noi. Si spera in un ritorno alla comunità, in un ritorno alle tradizioni che ci hanno formati. E’ l’obiettivo che la Pro Loco di Villaricca persegue sin dal suo atto di nascita, quello di mantenere accesa la luce del ricordo e il sentimento di appartenenza. In occasione della Santa Pasqua il Presidente della Pro Loco e i Soci tutti ne approfittano per lasciare a tutta la comunità un messaggio di augurio, di auspicio e di speranza. In allegato è possibile trovare un video della Via Crucis del 1989 organizzata dalla Pro Loco di Villaricca. L’auspicio è quello di donare, ad ogni lettore villaricchese, un momento di tregua e di riflessione per sentirci sempre e nuovamente una comunità, legata alle proprie radici e alle proprie tradizioni.