Il giorno venerdi 22 e sabato 23 marzo 2019, il CEINGE Biotecnologie Avanzate di Napoli, in via V. Salvatore 486, ha organizzato un convegno sulla lotta per il neuroblastoma dal titolo “Updates in Neuroblastoma – Old and novel targets for the personalized therapy” evento promosso dal professor Achille Iolascon e dal dottor Mario Capasso, due personaggi illustri che da sempre lottano contro questo male che affligge i bambini in età precoce. L’evento, patrocinato anche dall’Università degli Studi “Federico II”, aveva come scopo il confronto e l’aggiornamento interdisciplinare sullo stato di avanzamento di protocolli e ricerche innovative e l’individuazione di nuove strategie e collaborazioni. Si è discusso su quale potesse essere la linea di ricerca, in campo terapeutico, migliore, quali potrebbero essere gli approcci di immunoterapia o quale terapia cellulare e genica fosse più consona per il miglioramento del paziente. Al convegno non hanno preso parte solo medici ma anche ingegneri e chimici di tutta Italia, dimostrando che solo con l’interdisciplinarietà si può vincere la lotta contro il neuroblastoma . Presenti al convegno personalità di spicco per la ricerca al Neuroblastoma:
la prima giornata, quella del 22 Marzo ha visto la partecipazione di S. Aveic di Padova con la presentazione di “Close to Clinics?”, si sono susseguiti poi A.Sala di Chieti – “MYCN and beyond”; A.Pagano (Genova)-“Non coding RNA as therapeuric targets; M. Capasso (Napoli)-“ Non coding regulatory mutations as cancer drivers”; A.Quattrone ( Trento)- “Translational control: new drivers and targets”; F.Cimmino(Napoli)-“ Novel promising gene targets”-, R. Luksch (Milano)-“ Clinical Trial Design for Target-Based Therapy”; R. Haupt (Genova)-“Survivorship Passport”.
La seconda giornata ha visto l’esposizione delle presentazioni di M.Fischer (Colonia)-“ Insights into the mechanism of tumor progression and regression using neuroblastoma as model; F. Locatelli (Roma)-“ CAR-T Cell-Based Immunotherapy”; M.V. Corrias ( Genova)-“ Role of microbiota in the etiology and response to therapy”; M. Ponzoni (Genova)-“ Preclinical Models”; G. Giannini (Roma)-“ PARP inhibitor to enhance chemoterapity efficacy”; P. Ferraro (Napoli)-“ Liquid Biopsy: circulating tumor cells; S.Giglio( Firenze)-“ Liquid Biopsy: circulating tumor DNA.
I maggiori esperti che da anni si battono su questo tema, tutti compatti nello studio di questa ricerca che ci auguriamo possa portare ad ottimi esiti, infatti, la ricerca scientifica è l’unica reale speranza di vita per i bambini affetti da queste patologie. I biologi e ricercatori, che nei laboratori italiani si dedicano allo studio del Neuroblastoma, attraverso questo convegno hanno cercato di creare vere e proprie sinergie e collaborazioni tra i diversi laboratori per cercare di definire le linee strategiche sulle ricerche più innovative, illuminanti le parole del moderatore della seconda giornata, De Bernardi, che da quaranta anni segue la ricerca per sconfiggere questo grande male. In questo contesto è fondamentale riconoscere il ruolo importante della Fondazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma che ha sede al Gaslini di Genova, sancita dalla presenza della delegata per la Campania Teresa De Rosa che supporta da anni la ricerca in forte sinergia con l’associazione Open di Annamaria Algani che opera al Posillipon che ha finanziato generosamente molti progetti di ricerca e ha contribuito a diffondere la conoscenza e la cultura su questa malattia.
Dall’analisi e dalle presentazioni enunciate in questa due giorni è emerso che la ricerca in Italia e all’estero, grazie al contributo del ricercatore M. Fischer (Colonia), è all’avanguardia. La forte sinergia tra clinica, biotecnologia e ingegneria genetica ha dato e sta dando grandi risultati, la lotta con questo male è ancora lunga, i ricercatori hanno esplicitato il forte impegno dei giovani che si stanno affacciando a questo ruolo, coloro che grazie al proprio impegno, alla propria passione stanno portando avanti la ricerca con i risultati sperati. La lotta è ancora lunga, ma visti i grandi passi fatti dalla ricerca fino a questo momento (negli ultimi 50 anni la mortalità è calata del 65%) non si può fare altro che sperare che questo lavoro e questa costante ricerca continui, ottenendo nell’immediato futuro sicurezze per la lotta contro questo male.